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Migrazioni A.D. 2018: Cronache da un Paese diviso - Antefatto


Fuga di Enea da Troia (F. Barocci)

In una galassia vicina vicina, in un tempo non troppo lontano lontano, ci sono state alcune settimane di “passione” sui media, sui social e anche nelle strade, per via del fenomeno migratorio e in particolare dell’avvio della “nuova politica dei porti chiusi”.

Una situazione che ho deciso di affrontare sia perché sicuramente si riproporrà nei prossimi mesi sia perché le questioni giuridiche che porta con sé sono moltissime e purtroppo, e lo dico con sconforto, sono o fraintese o narrate esattamente all’opposto di quello che sono.

Chi mi sta vicino mi suggerisce di non infiammarmi di fronte a certe “nefandezze” giuridiche che mi trovo spesso a dover leggere sui social o ascoltare in tv. Beh, io lo so che avete ragione e che forse tutta quella inc***atura lascia il tempo che trova, però desidero anche spiegarvi il mio stato d’animo. In quei momenti io mi sento esattamente come si sarebbe sentita la Sora Lella di fronte a qualcuno che gli avesse detto che nella pasta alla carbonara si mette la panna. Voi credete che la Sora Lella si sarebbe stata zitta?


Perciò, dopo mesi di non scrittura su questo blog, ho deciso di rimettermi “su piazza” con tutta l’onestà intellettuale di cui sono capace – poi anch’io ho i miei limiti umani! – e condividere con voi ciò che conosco abbastanza bene. Magari sarà per voi un contributo utile a chiarirvi le idee su alcune cose che magari già non vi tornano o a mettere in dubbio alcune vostre certezze o anche un riscontro per vostre convinzioni, o forse no! 😊

Antefatto

Do il via a questa serie di articoli, che se fossimo al cinema potrebbero essere paragonati ai diversi capitoli di una stessa saga. Vi preannuncio che saranno divisi per sezioni, nel senso che il caso Diciotti tira in campo mille aspetti e siccome qui non stiamo a fare un’analisi semplicistica, ma abbiamo l’obiettivo di affrontare seriamente le cose e dirle per come stanno non per come vorremmo che fossero, la vicenda Diciotti – e il fenomeno migratorio in sé – verrà separato in diverse fasi:

- Salvataggio in mare;

- Militari italiani e a chi devono obbedienza;

- Sbarchi e sequestri di persona;

- Ruolo dell’Unione europea;

- Respingimento dei migranti.


Prima di leggere i contenuti, istruzioni di lettura:

1. Guardatevi bene, quando e se commenterete questi articoli, dal paragonarmi a Saviano o Boldrini perché rischiate che mi si scateni seduta stante un herpes zoster. Qualche volta anche loro dicono cose condivisibili, ma la saccenteria e la presunzione che hanno me li rendono incompatibili al sistema nervoso… l’herpes è il minimo che mi si possa scatenare! Forse rischio anche un infarto fulminante, per cui abbiate pietà di me 😊 sono un essere umano anch’io, con le sue simpatie e antipatie…


2. Premesso che la divisione politica e sociale italiana sta diventando più complessa da comprendere della frammentazione all’interno dell’opposizione siriana nel conflitto (ancora!) in corso, non mi piace questo andazzo, dettato dai nostri politici ed emulato perfettamente dalla società, per cui ci si rivolge all’altro (e mi riferiscono a TUTTI i fronti politici odierni) come il papà faceva con la figlia in “Matilda sei mitica!” o in modalità Marchese Del Grillo. Altrimenti siamo solo un Paese di arroganti, non di patrioti!



3. Qua e là sui social in questi giorni ho letto cose bizzarre, tra cui: il Governo ha poteri immensi e non è vero che debba rispondere sempre alla legge. Ora, mi preme ricordare due cose:

a. piaccia o non piaccia, siamo in uno Stato di diritto, il che significa che c’è il primato della Legge, siamo tutti schiavi della Legge per essere davvero liberi;

b. siamo in una Repubblica parlamentare, in cui i poteri del Governo sono stati “depotenziati” o contenuti, in parte dando la prevalenza alla volontà parlamentare e, in parte, attribuendo alcuni poteri al Presidente della Repubblica anziché al Governo.

Ora, questa cosa in sé dovrebbe essere particolarmente rincuorante per chi ha votato Lega e M5S e in generale per chi crede nell’espressione “Potere al popolo!”, perché la vera espressione della volontà popolare risiede nel Parlamento, è lì che stanno i nostri rappresentanti ed è lì che risiede il potere legislativo: avendo vinto le elezioni, il potere di fare le leggi, giuste o sbagliate che siano, ora è prevalentemente nelle mani dei parlamentari leghisti e del movimento.

Leggi che il governo deve rispettare e, se ha urgenza e non può aspettare i tempi di approvazione della legge, ha sempre la possibilità secondo Costituzione di fare un bel decreto-legge, immediatamente esecutivo e che richiede più o meno il tempo di 2-3 tweet.

Tradotto: un Governo che non rispetta la Legge sta sostanzialmente dicendo che se ne fotte altamente del Parlamento, quindi dell’unica vera espressione diretta del popolo all’interno delle istituzioni repubblicane. Fate un po’ voi.

Ne consegue che chi vuole ora un Governo più forte del Parlamento, mi aspetto che perlomeno abbia votato a favore del referendum del 4 dicembre, voluto a suo tempo da Renzi, che andava in questo senso. Altrimenti, lasciatemi dire, c’è un poco poco di incoerenza.


4. Un’altra cosa che, più che bizzarra, sento come pericolosa, gravemente pericolosa, è che si accetti che per il “bene della Patria” si possa violare la Costituzione italiana, messa lì proprio a garanzia della Patria. È un po’ come (e uso un esempio banale, eh!) se stessimo facendo una partita a calcio e uno dei giocatori invece si comporta seguendo arbitrariamente le regole del basket: prende la palla con le mani, la fa rimbalzare tre volte e invece di fare canestro tira in porta sempre con le mani. Ora, voi, tra il pubblico, anche se questo fosse un giocatore della vostra squadra gli direste “Bravo, continua così” o, sportivamente, direste “effettivamente l’arbitro ha avuto ragione a fischiare il rigore ed espellere il giocatore”?

Io voterei per la seconda opzione, però vi dico cosa succederebbe se optassimo per la prima: succederebbe che se un giocatore dell’altra squadra decide che si è rotto le scatole e anche lui vuole applicare le regole del basket o della pallamano o quel che gli pare e, così facendo, conclude la sua azione segnando un goal, noi/voi non si avrebbe NESSUN DIRITTO di protestare.

Tradotto: se accettiamo che qualcuno della nostra famiglia/cerchia di amici/partito politico & co. violi i diritti di altri, non avremo alcun diritto noi di lamentarci se altri violeranno i nostri diritti. Altrimenti sarebbe applicare due pesi e due misure. Ulteriormente tradotto: i diritti di tutti quanti, compresi i vostri, diventano FUFFA.


5. Leggo spesso che Nuova Zelanda, Australia, Canada non fanno come da noi. Quest’affermazione è innegabile, ma altrettanto innegabile è che – senza andare nel dettaglio - le loro Costituzioni consentono loro di fare ciò, la nostra NO se non con determinate modalità e accorgimenti che vanno rispettati. Per cui, fintantoché in Italia la Costituzione rimane invariata, è questa che dobbiamo rispettare, non quella degli altri. O vi risulta che i cittadini canadesi si sentano vincolati dalla Costituzione italiana o vantino presso il loro Stato dei diritti non contemplati dalla loro Costituzione, dicendo “Però nella Costituzione italiana ci sono!”? Qualunque funzionario, giudice, politico, esattore delle imposte, ecc. gli risponderebbe: “E chi se ne frega?! Il Canada non è l’Italia!”.

Pertanto, se ci piace così tanto la Costituzione canadese o quella australiana o quella che preferite, cambiamo la nostra Costituzione ispirandoci a quel modello. Finché la Costituzione rimane quella che è, la dobbiamo rispettare così per come è.


6. Sempre sui social, a fronte di ogni affermazione che facevo sulla Costituzione mi si rispondeva: “Dimmi l’articolo in cui si dice questa cosa, perché io non lo trovo”.

Bene, il diritto costituzionale non è formato solo dagli articoli della Costituzione, ma anche dalle sentenze della Corte costituzionale (soprattutto quelle interpretative, oppure pensate ad esempio che il diritto all’aborto sia scritto in Costituzione?), da consuetudini costituzionali, dai lavori preparatori dell’Assemblea Costituente che ci indicano la strada sul senso che i Padri Costituenti volevano dare a un termine piuttosto che a un altro (i canoni interpretativi nel diritto non sono solo quello testuale, ma c’è anche il teleologico ad esempio – ossia guardare il fine che il legislatore perseguiva con quella norma). Questo spiega il motivo per cui alla facoltà di legge un insegnamento di diritto costituzionale, che “teoricamente” dovrebbe studiare solo 139 articoli più diciotto disposizioni transitorie, duri quanto l’insegnamento di diritto privato che con il solo Codice Civile si spara ben 2969 articoli!!!

Al contempo, avrei potuto scegliere la via più breve e “sfidare” il mio interlocutore sul suo stesso piano, chiedendogli in quale articolo della Costituzione era scritto ciò che stava sostenendo, ossia che il Governo ha il potere/dovere di difendere i confini nazionali. Bene, se andate a guardare il testo della Costituzione, l’espressione “confini nazionali” compare una sola volta, nell’art. 117.2 lett. q), nel quale sono elencate le materie di competenza LEGISLATIVA esclusiva dello Stato, il che significa che è una materia del legislatore, quindi del PARLAMENTO (il Governo infatti è detentore del potere ESECUTIVO, non di quello legislativo…), il quale fa LEGGI a difesa dei confini nazionali. E, se e quando, il governo vuole esercitare la competenza legislativa in via d’urgenza lo può fare SOLO con decreti-legge E IN NESSUN ALTRO MODO CHE SIA FUORI DALLA COMPETENZA LEGISLATIVA.


7. A volte mi si dice, a ragione, che scrivo tanto, ed è vero. Cerco di accorciare dove posso ma poi mi rendo conto di una cosa, ossia che questo è un blog e soprattutto è un blog finalizzato ad accrescere la consapevolezza, e se voglio realizzare questo obiettivo, spesso è richiesta la lunghezza per spiegare un concetto a chi non è del settore. Altrimenti quale sarebbe la differenza tra me e chi, magari in mezza pagina vi “convince”, ma non vi spiega cosa ci sta dietro e magari non vi dice che alcune delle affermazioni che fa sono valide in alcuni contesti, ma in altre no? Al contempo, per brevità potrei usare un linguaggio tecnico ma torneremmo punto e a capo e non ci capiremmo; per cui, la metterei così: chi vuole un’analisi tecnica e concisa, me la chieda e gliela manderò privatamente; mentre chi è interessato all’argomento e vuole andare più a fondo senza tecnicismi, legga questa saga 😉


Fatte queste premesse che saranno la mia direttrice nello scrivere gli articoli che vi proporrò, si parte. L’esame sarà prevalentemente basato sull’ultimo caso Diciotti, ma alcuni riferimenti ad altri casi saranno fatti perché questa “saga” vuole rendere conto di un contesto più ampio riferito alla migrazione. Le parti in cui l’ho diviso sono autonome, quindi possono essere lette a solo, ma l’ultimo pezzo, dedicato alle “Conclusioni” presuppone la lettura di tutto perché sia compreso a pieno.


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